Carta del chiodatore
Carta del chiodatore
Ecco a voi la nostra "carta del chiodatore", ovvero il nostro modus operandi che cerchiamo di rispettare quando chiodiamo nuovi tiri. Speriamo che vi possa servire da fonte d'ispirazione!
Carta del chiodatore
Rispetto della natura
· Rispettare le zone di protezione, biotopi, siti di nidificazione sia in parete che lungo l’accesso
· Informarsi sulla presenza di regole o zone di interesse naturalistico prima di intraprendere i lavori
Avere riguardo per gli abitanti e i proprietari
· Informarsi circa il terreno, è auspicabile chiedere il permesso di aprire itinerari, cercando il dialogo con i proprietari e la popolazione
· Verificare eventuali problematiche lungo gli accessi o per i posteggi
Rispetto della roccia e dell’etica
· Le pareti sono un bene comune, da gestire nel migliore dei modi
· Non si migliorano, non si scavano e non si spaccano prese allo scopo di facilitare e di rendere più difficile un itinerario
· Si evitano consolidamenti di prese (meccanici o chimici)
· Si evita di attrezzare vie che possono essere salite interamente in stile “Clean climbing”
· Per il risanamento d’itinerari il carattere originario della via va rispettato, valutando puntuali modifiche alla posizione degli spit per privilegiare la sicurezza, la linea di scalata o la facilità di rinviare la corda
· Se si ritiene che una via andrebbe modificata o tolta è auspicabile avere il consenso, o perlomeno informare e discutere con l’apritore della via in questione
Rispetto dell’estetica
· L’apertura di una nuova via rispetta e valorizza le strutture della parete e della roccia
· Una via in più può essere una via di troppo: si predilige la chiodatura delle linee di salita più evidenti presenti in una falesia, lasciando il giusto spazio tra esse e senza forzare la direzione di salita con varianti non necessarie
· Il materiale vetusto, non più utilizzato, va tolto facendo attenzione a minimizzare l’impatto estetico e a preservare la roccia
Attenzione alla sicurezza
· Per l’attrezzatura viene utilizzato il miglior materiale disponibile, impiantato a regola d’arte (si fa riferimento a linee guida, ad esempio DAV – 2022 - Leitfaden zum Einrichten und Sanieren von Kletterrouten)
· La lunghezza dell’attrezzatura di una via sportiva viene adeguata al grado e al tipo di via: valgono i due principi «la caduta è parte imprescindibile dell’arrampicata sportiva» e «cadute pericolose devono essere evitate». Le vie di tipo “Clean climbing” o vie a più tiri possono già essere considerate alpinismo, con una diversa accettazione del rischio
· La via va ripulita, in particolare da sassi instabili. Valutare con attenta analisi la necessità di chiodare linee che richiedono disgaggi troppo onerosi o troppo pericolosi per la propria sicurezza e/o quella di terzi
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